Editoriale
Allarme! Fascismi che avanzano.
Nell’aria c’è un’onda di ribellione che sta montando. Di ribellarsi e scendere in piazza a protestare ce ne sarebbe necessità quasi farmacologica. Non se ne può più: morti sul lavoro, lavoro che manca, violenza sulle donne, diritti negati, nuovi fascismi… A tal proposito Giuliana Sgrena sulla sua pagina fb scrive: «Possibile che invitino sempre Casa Pound alle trasmissioni radiofoniche? Ora è in onda su Radiouno Di Stefano, dopo che ha parlato Smuraglia! Così si sdoganano i fascisti! Invece di combatterli».
L’indomani, il 9 gennaio scorso, i rappresentanti della lista Casa Pound sono anche nella sala stampa di Montecitorio per lanciare il loro programma elettorale dalla Camera di deputati. Gli è stata messa a disposizione grazie all’onorevole Massimo Corsaro che l’ha prenotata. Da regolamento.
Non posso non pensare a Pertini, Anselmi, Ingrao, Iotti, Berlinguer, Moro… ai partigiani.
I fascisti dentro il Palazzo di Montecitorio! Si può? Il regolamento… Ma… forse… non hanno le caratteristiche per essere definiti fascisti e quindi buttarli fuori… non è possibile… Probabilmente… chissà… I commenti degli addetti ai lavori danzano fra i ma e i forse. La paura di perdere voti è immensa, meglio restare nel vago.
Un partito fascista entra all’interno dei palazzi istituzionali e noi stiamo ancora a chiederci il perché? Il come? In nome della democrazia… Quale democrazia? La Costituzione vieta la riorganizzazione del partito fascista… A carattere permanente. È indubbio che ci siano recenti precedenti, ma mimetizzati e quindi più difficili da stanare… Oggi non c’è nessun infingimento.
Qualora non bastasse: ciò che è successo a Macerata è grave. Sembrerebbe emergere una spirale di odio, razzismo e violenza fascista non più serpeggiante che per vari motivi si sta sviluppando in tutta Italia. E fuori.
I fatti politici post tragedia di Macerata – impedire di manifestare per la difesa dei valori della Costituzione – dimostrano che i fascisti possono colpire, e chi invece vorrebbe protestare pacificamente nella correttezza delle leggi e nell’interpretazione della Costituzione antifascista non può: deve mantenere i toni bassi, non favorire la fibrillazione politica e sociale in atto. La tensione sociale è alta e sta crescendo.
Non voglio abbassare i toni. La fibrillazione vive con me. La tensione sociale è giusto che ci sia. Siamo ancora un popolo vivo, andiamo a destra ma siamo vivi. Forse un poco smemorati… disattenti. Capisco che oggi riconoscere atti, atteggiamenti, costumi e modi fascisti sia difficile. Difficile perché le carte sono state mischiate. Rigirate. Sbiadite. Confuse. Eliminati i colori, eliminati i semi. Questo mazzo di carte ci dice che fottere i lavoratori è democratico. Rendere debole il sindacato è un fiore all’occhiello. Vergogna!
NON VOGLIO ABBASSARE I TONI
Anzi vorrei urlare a chi lo ha dimenticato che il partito fascista è bandito dalla nostra Costituzione. Nata dalla resistenza antifascista. E permettetemi la retorica, l’antifascismo è un valore universale. Se tutti questi rivoli di fascismi più o meno mimetizzati stanno avanzando, vorrei sapere, chi dovrebbe arginare? Le istituzioni? La politica? I cittadini? Visto che le prime e la seconda non ci pensano e non si preoccupano, allora è giusto che ci pensino i cittadini.
Ricordo agli smemorati ministri che a Parigi dopo i fatti di Charlie Hebdo c’era schierata tutta l’Europa. Tutti i rappresentanti dei paesi europei abbracciati hanno sfilato per la città. Nessun temporeggiamento. Nessun stiamo a vedere. A nessuno è venuto in mente di pensare forse inaspriamo gli animi, forse alziamo la tensione sociale. Quando c’è stato il blitz davanti alla sede di Repubblica – qualcuno lo ricorda – tutta la Cgil e la sinistra stavano lì a presidiare.
Se non si riesce e rispondere adeguatamente a un fatto di razzismo, di violenza fascista, allora siamo messi proprio molto male.
Bisogna scendere in piazza ogni volta che è necessario. Di motivi ce ne sono abbastanza. Bisogna dimostrare che ci siamo. Bisogna fare come è stato fatto a Macerata. Non c’è divieto di sindaco e minaccia di ministro che tenga. Per protestare non c’è bisogno di permessi e autorizzazioni.
Lo stato in questi casi non può fare solo repressione, non può – o almeno non dovrebbe – colpire la democrazia. È il partito fascista bandito dalla Costituzione, non chi gli manifesta contro. Mettere sullo stesso piano le adunate neofasciste e le manifestazioni democratiche a sostegno delle vittime e in difesa dei valori antifascisti della Costituzione è una retorica politicamente scorretta. È inaccettabile. Chi ha tentato di reprimere la manifestazione, il sindaco di Macerata o il ministro Minniti? Chi ha fatto terrorismo psicologico? Dall’esterno sembrava un tentativo di cambiare le regole del gioco, era studiato? È stato un incidente di percorso? Superficialità istituzionale?
Vietare la manifestazione da subito ha avuto l’amaro sapore di una svolta autoritaria e basta.
La gente si è presentata nonostante tutto. La gente ha capito che non presentandosi nella piazza di Macerata avrebbe avallato il comportamento razzista e fascista e in molti non hanno accettato – come ha dichiarato una signora intervistata – il terrorismo istituzionale fatto dal sindaco.
Sul fascismo la Costituzione parla chiaro. Si ha paura di applicare la Costituzione? Perché invece di dare risposte politiche si continua a dare spazio ai fascisti che stanno tentando la scalata? E se venissero eletti e cambiassero la Costituzione? Ci avete pensato?
LAVORATORI, CONTRO LO SFRUTTAMENTO UNITEVI
A Milano, la città europea per antonomasia, il mese scorso tre operai sono morti come topi mentre lavoravano. Ancora vittime sul lavoro. Ancora massacri per: mancanza di norme di sicurezza? Superficialità? Inadeguatezza? Una tragedia.
Certo il liberismo… certo i tagli sull’obbligo della sicurezza, i tagli sul personale addetto alla sicurezza. Insomma tragedie, legate ai tagli sulla tutela del lavoratore e ai nuovi falsi valori: importante è la produttività. Importantissima l’efficienza, il braccialetto al polso per controllare meglio… L’esaltazione dello sfruttamento autorizzato, che a volte trascende nella guerra fra i poveri. Il guaio d’aver reso debole il sindacato! La Competitività… la Flessibilità…
Non solo manca il lavoro ma quel poco che c’è non è tutelato come si dovrebbe e i dati parlano di un forte aumento delle morti.
Ma siamo sotto elezioni, la campagna elettorale ha il posto d’onore. Anche le solite passerelle con le solite frasi di circostanza sono durate molto meno del solito. Tanto sono già morti… tanto erano solo operai…
È MORTO UN PARTIGIANO
Un altro partigiano è morto. Si chiamava Francesco Villani, aveva 90 anni. Il suo nome di battaglia era Cif e aveva combattuto assieme a Bruno Trentin e Ferruccio Parri.
A poco a poco i testimoni della Resistenza se ne stanno andando. Più che mai bisogna impegnarsi a portare avanti il valore dell’antifascismo, prenderne il testimone e portarlo con onore facendolo conoscere ai giovani.
Ciao Cif.